Home Food: come avviare un’attività alimentare da casa

Cos’è l’home food e perché conviene

Aprire un’attività alimentare tradizionale è un sogno per molti, ma spesso si scontra con la realtà: costi iniziali elevati, burocrazia, rischi e tempi di lavoro molto lunghi. Un laboratorio o una pasticceria richiedono investimenti che possono facilmente superare decine di migliaia di euro, tra affitto, attrezzature, personale, packaging e costi fissi della partita IVA.

Negli ultimi anni, però, si è diffusa una formula più flessibile: l’home food, ossia la produzione di alimenti direttamente da casa, nel rispetto delle normative igienico-sanitarie, con volumi ridotti e su ordinazione.
Non è un “lavoretto improvvisato”: anche un home food richiede organizzazione, competenze e il rispetto di regole precise. Ma consente di partire con costi bassi, adattare i volumi di lavoro alle proprie esigenze e testare il mercato prima di fare un passo più grande.

Ho seguito decine di persone che hanno avviato un home food, occupandomi di redigere i loro manuali HACCP o di supportarli con consulenze per etichette e conformità. In questo articolo vi racconto quattro storie reali, tutte di clienti che ho seguito personalmente nell’ultimo anno, per farvi capire come funziona davvero.

 

Storie vere di chi ha avviato un home food

1. Lucia – Pasticceria, pasta fresca e forneria in provincia di Brescia

Lucia vive nella bassa bresciana e ha deciso di sfruttare la sua passione per la cucina per trasformarla in un’attività. Ha due cucine: una per uso domestico e una dedicata esclusivamente alla produzione alimentare.
Prepara un po’ di tutto: dolci, pasta fresca, pane e prodotti da forno. Vende ai privati della zona, ma anche a negozi e ristoranti locali che la contattano direttamente per ordinare i suoi prodotti.

Tra le attrezzature spicca l’abbattitore di temperatura, utile per raffreddare rapidamente dopo la cottura o per congelare in sicurezza. Questo è un macchinario che consiglio spesso: non solo è richiesto in alcuni tipi di lavorazione, ma aumenta la sicurezza alimentare riducendo la proliferazione batterica.

Il suo caso evidenzia un aspetto spesso sottovalutato: l’etichettatura. Quando i prodotti vengono esposti nei negozi, devono essere perfettamente conformi al Regolamento UE 1169/2011.
Errori frequenti che vedo in giro:

  • Scrivere “scadenza” al posto di “da consumare entro”
  • Omettere la dicitura “preferibilmente” nelle date di TMC
  • Lotto sempre uguale tutto l’anno
  • Indicazione allergeni incompleta o fantasiosa

Una svista può costare cara, soprattutto se durante un controllo dell’ATS si trova un’etichetta non a norma.

 

2. Barbara – Miele e zafferano a filiera corta

Barbara vive in provincia di Brescia e aveva un appartamento inutilizzato. L’ha trasformato in una cucina dedicata alla lavorazione di miele e zafferano essiccato.
Possiede una piccola azienda agricola: arnie per le api e terreni per la coltivazione dello zafferano. Utilizza macchinari specifici come l’essiccatore per lo zafferano, la smielatrice e i tini di decantazione per il miele.

Vende i suoi prodotti:

  • Ai privati, anche con consegna a domicilio
  • Nei mercatini agricoli locali
  • A dettaglianti della zona

Si tratta di produzioni stagionali e a rischio igienico-sanitario basso, quindi il manuale HACCP è relativamente semplice. Tuttavia, resta obbligatorio per poter operare. Un aspetto che spesso tranquillizza chi vuole iniziare: non tutti gli home food hanno rischi elevati come la lavorazione di alimenti crudi o facilmente deperibili.

 

3. Davide – Dal sushi casalingo al cuoco a domicilio

Quando ho conosciuto Davide, stava avviando un home food specializzato in sushi. Ci siamo risentiti di recente: oggi abbina questa attività a quella di cuoco a domicilio, diventata la sua principale fonte di reddito.
Prepara i semilavorati nella sua cucina domestica — ad uso promiscuo, quindi sia privata che professionale — e poi cucina direttamente a casa dei clienti per feste, eventi e cerimonie, anche all’estero.

Il lavoro con il pesce crudo richiede attenzione massima:

  • Pesce abbattuto a –20°C per almeno 24 ore
  • Tracciabilità rigorosa di ogni ingrediente
  • Procedure di pulizia e sanificazione scritte e seguite

Davide ha già ricevuto controlli dell’ATS, superati senza problemi proprio perché il manuale HACCP era preciso e aggiornato. È un esempio di come, anche partendo in piccolo, si possa crescere fino a espandere l’attività ben oltre i confini locali.

 

4. Elena – Cucina gourmet ed e-commerce

Elena, in provincia di Vicenza, ha una cucina degna di un ristorante: abbattitore, sottovuoto, roner, sfogliatrice, essiccatore.
Come Davide, offre il servizio di cuoco a domicilio, ma in più vende a dettaglianti locali e ha aperto un e-commerce.
Per un home food, vendere online è una grande opportunità, soprattutto con prodotti a lunga conservazione e che non richiedono trasporto refrigerato (biscotti, grissini, conserve, spezie).

Attenzione, però: le regole di etichettatura valgono anche per il sito web. Le informazioni pubblicate online sono considerate a tutti gli effetti “etichettatura” e devono essere corrette e complete. Ho visto clienti ricevere sanzioni non per i prodotti fisici, ma per le schede prodotto sul sito.

 

Partita IVA e SCIA: cosa serve davvero per iniziare

Non sempre serve da subito. Molti iniziano con la sola SCIA al SUAP del Comune e senza partita IVA, purché restino sotto i 5.000 € di incassi annui.
Questa modalità consente di:

  • Testare il mercato
  • Limitare i costi iniziali
  • Avviare un’attività senza rischi eccessivi

Oltre alla SCIA, bastano:

  • Abitazione a norma
  • Manuale HACCP (anche semplificato)
  • Corso HACCP

 

Requisiti HACCP per lavorare da casa

Gli adeguamenti richiesti non sono complessi né costosi. Ecco i principali:

  • Rubinetti a leva lunga, pedale o fotocellula in cucina e bagno
  • Dispenser di sapone e carta monouso
  • Eliminare attrezzature rotte, arrugginite o utensili in legno
  • Animali e persone estranee esclusi durante la produzione
  • Bidone con coperchio a pedale
  • Zanzariere alle finestre
  • Conservazione in contenitori chiusi e etichettati con nome e data di produzione
  • Frigo e freezer con display o termometro interno
  • Alimenti non a contatto diretto con il pavimento
  • Ripiani o cassetti del frigo dedicati all’attività professionale
  • Abbigliamento da lavoro (cappellino, grembiule), senza gioielli né orologi
  • Pulizia e sanificazione accurate prima e dopo la produzione

Questi requisiti, se rispettati, rendono la cucina idonea senza dover investire cifre proibitive.

 

Vantaggi e limiti dell’home food

L’home food è una formula intelligente per chi vuole avviare un’attività alimentare in modo graduale e con costi sostenibili.
Permette di trasformare una passione in un lavoro, mantenendo il controllo sui volumi e sulla qualità. Non è però un’attività “senza regole”: servono professionalità, organizzazione e attenzione alle normative.

Le quattro storie che vi ho raccontato dimostrano che, con il giusto approccio, è possibile lavorare da casa in regola e con soddisfazione.

Se stai pensando di avviare un home food, posso aiutarti a:

  • Redigere il manuale HACCP su misura per la tua attività
  • Verificare la conformità della tua cucina
  • Evitare errori di etichettatura che potrebbero portare a sanzioni

Contattami tramite haccp4me.it per raccontarmi il tuo progetto e capire come realizzarlo al meglio.

 

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Nicola Contessi
Medico Veterinario
Specialista in Ispezione degli Alimenti

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